giovedì 26 maggio 2011

E luce fu...


Leggendo pedissequamente quanto riportato da Wikipedia possiamo definire la fotografia in questi termini:

La prima fotografia a colori
scattata da Maxwell nel 1861.
"La fotografia è la tecnica con la quale si produce un'immagine statica e permanente, ottenuta sfruttando le proprietà fotosensibili di un oggetto - tipicamente una pellicola fotografica o unsensore - sulla cui superficie vengono convogliati i raggi luminosi raccolti da un obiettivo. Una successiva fase di elaborazione - detta sviluppo - permette di ricostruire l'immagine finale. Con il termine fotografia si indicano tanto la tecnica quanto l'immagine ripresa e, per estensione, il supporto che la contiene.
L'estrema versatilità di questa tecnica ne ha consentito l'utilizzo nei campi più diversi delle attività umane, dalla ricerca scientifica all'intrattenimento, dalla pubblicità al giornalismo, fino a consacrarla come autentica forma d'arte."
Fonte Wikipedia
Se provassimo ad andare oltre potremmo dilungarci con questo post fino alla fine dei bit occupando i server di mezzo mondo!!!
Mi limiterò quindi a fornirvi una panoramica rimandando tutti gli approfondimenti che vorrete fare indicandovi il seguente link: La Storia della fotografia.
La parola fotografia deriva da due parole greche: luce (phos) e grafia (graphis). Fotografia significa quindi scrittura (grafia) con la luce (fotos). La fotografia nasce dai risultati ottenuti sia nel campo dell'ottica, con lo sviluppo della camera oscura, sia in quello della chimica, con lo studio delle sostanze fotosensibili. La prima camera oscura fu realizzata molto prima che si trovassero dei mezzi chimici per fissare l'immagine ottica in essa prodotta; il primo ad applicarla in ambito fotografico fu il francese Joseph Nicéphore Niépce, considerato l'inventore della fotografia, anche se studi recenti rivelano tentativi precedenti, come quello di Thomas Wedgwood[1].
Nel 1813 Niépce iniziò a studiare i possibili perfezionamenti alle tecniche litografiche, interessandosi poi anche alla registrazione diretta di immagini sulla lastra litografica, senza l'intervento dell'incisore. In collaborazione con il fratello Claude, Niépce cominciò a studiare la sensibilità alla luce del cloruro d'argento e nel 1816 ottenne la sua prima immagine fotografica (che ritraeva un angolo della sua stanza di lavoro) utilizzando un foglio di carta sensibilizzato, forse, con cloruro d'argento.
L'immagine non poté essere fissata completamente, e Niépce fu indotto a studiare la sensibilità alla luce di altre sostanze, come il bitume di Giudea, che diventa insolubile in olio di lavanda dopo l'esposizione alla luce.
La prima produzione con la nuova sostanza fotosensibile risale al 1822. Si tratta di un'incisione su vetro raffigurante papa Pio VII. La riproduzione andò distrutta poco dopo e la più antica immagine oggi esistente fu ottenuta da Niépce nel 1826, utilizzando una camera oscura il cui obiettivo era una lente biconvessa, dotata di diaframma e di un basilare sistema di messa a fuoco. Niépce chiamò queste immagini eliografie.
Nel 1829 fondò con Louis Daguerre, già noto per il suo diorama, una società per lo sviluppo delle tecniche fotografiche. Nel 1839 il fisico François Arago presentò all'Accademia delle Scienze di Parigi il brevetto di Daguerre, chiamato dagherrotipia; la notizia suscitò l'interesse di William Fox Talbot, che dal 1835 testava un procedimento fotografico, la calotipia, e di John Herschel, che lavorava, invece, su carta trattata con sali d'argento, utilizzando un fissaggio a base di tiosolfato sodico.
Nello stesso periodo, a Parigi, Hippolyte Bayard ideò una tecnica usando un negativo su carta sensibilizzata con ioduro d'argento, dal quale si otteneva poi una copia positiva. Bayard fu però invitato a terminare gli esperimenti per evitare una concorrenza con Daguerre.
Lo sviluppo della dagherrotipia fu favorito anche dalla costruzione di apparecchi speciali dotati di un obiettivo a menisco acromatico ideato nel 1829da Charles Chevalier.
Tra il 1840 e il 1870 i processi e i materiali fotografici vengono perfezionati:
  • nel 1841 François Antoine Claudet rinnova la ritrattistica introducendo lastre per dagherrotipia a base di cloruro e ioduro d'argento, che consentono pose di pochi secondi;
  • nel 1851 Frederick Schott Archer propone il procedimento al collodio che sostituisce la dagherrotipia e la calotipia.
  • Tra il 1851 e il 1852 vengono introdotte l' ambrotipia e la ferrotipia, per ottenere positivi apparenti incollando un negativo su lastra di vetro a un supporto di carta o panno neri, o di metallo brunito;
  • nel 1852 viene istituita a Firenze la più antica azienda al mondo nel campo della fotografia: la Fratelli Alinari.
  • Nel 1857 compare il primo ingranditore a luce solare a opera di J. J. Woodward;
  • nel 1859 R. Bunsen e H. E. Roscoe realizzano le prime istantanee con lampo al magnesio. Le prime immagini a colori per sintesi additiva si devono a J. C. Maxwell (1861), mentre quelle per sintesi sottrattiva sono state introdotte da Louis Ducos du Hauron (1869). R. L. Maddox porta una novità: le lastre con gelatina animale come legante.
  • Infine, nel 1873 H. Vogel scopre il principio della sensibilizzazione cromatica e realizza le prime lastre ortocromatiche.

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